Tempo di Avvento, tempo di attesa. Attesa del Natale, certo, che ci riporta ogni anno al grande mistero dell’Incarnazione, attesa del secondo Avvento, quando Cristo verrà, come ha promesso, nella gloria, attesa di ogni incontro attraverso il quale si manifesta oggi. Spesso a dire il vero, si tratta di incontri inattesi, perché è lui che sceglie come e per mezzo di chi incontrarci. E forse non lo aspettiamo affatto in coloro nei quali più facilmente egli si identifica. Ricordava in queste settimane Papa Leone, parlando delle politiche degli Stati in tema di accoglienza dei migranti, che spesso sono politiche disumane, che non riconoscono nell’altro un fratello o una sorella, non sono capaci di solidarietà, mentre l’accoglienza - lo ha ripetuto più volte - non è questione di ideologia, ma di Vangelo.
E in questo tempo, che prepara i cuori all’incontro di ogni giorno con il Signore, non possono non trovare posto i poveri e i bisognosi, categoria che in qualche modo comprende tutti coloro che sentono di mancare di qualcosa di essenziale, non solamente dei beni materiali, ma di tutto ciò che rende la vita pienamente umana, conforme al piano divino della Creazione.
Due proposte per questo tempo liturgico, che troverà nella terza domenica di Avvento - 14 dicembre, tradizionalmente chiamata “la Domenica della carità”, un momento significativo di riflessione e di impegno:
1. Sostenere i centri di ascolto interparrocchiali o foraniali, strumenti preziosi per intercettare i bisogni e accompagnare le persone più fragili, in spirito di corresponsabilità e solidarietà. Sono supportati e seguiti dalla Caritas diocesana, ma svolgono un servizio indispensabile per le parrocchie anche in rete con enti e realtà del territorio.
2. Manifestare solidarietà con il Sudan, un Paese devastato dalla guerra e dalle atrocità delle opposte milizie, nel quale la popolazione civile vive sofferenze immani, dinanzi alle quali il mondo appare indifferente, consentendo in tal modo il perpetuarsi di crimini di guerra che ricadono in particolare su donne e bambini, mente una grande parte della popolazione civile è costretta a sfollare all’interno del Paese o nei Paesi vicini.
La Caritas diocesana sostiene l’impegno di Caritas Italiana e di Caritas Internationalis nel soccorso alla popolazione sudanese e rimane a disposizione delle Parrocchie e dei Coordinamenti foraniali per incontri e momenti di formazione.
Si allega una scheda informativa sul conflitto in Sudan, sugli interventi di Caritas Italiana e di Caritas Internationalis e sulle modalità per offrire il proprio contributo.

 

Per la Caritas diocesana
Diac. Francesco D’Alfonso

 

 

Iniziative dell’Avvento di fraternità 2025

 

 

 

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